Diario di una strega urbana: incantesimi emotivi e altri disastri
13 luglio 2025
Non cercavo amore. Solo qualcuno abbastanza incasinato da non scappare.
Ogni città ha le sue streghe. Quelle che leggono troppo, parlano poco, ascoltano troppo forte. Non hanno gatti neri, ma playlist malinconiche e occhi che vedono oltre. O forse sì ma non si palesano con tutti.
La magia, oggi, non è nei rituali: è nel resistere. Nel non lasciarsi diventare ciniche. È nel provare ancora, anche quando il cuore è un campo minato. Ma la magia, quella vera, è dentro coloro che come me hanno il dono del sentire, tutto, proprio tutto.
La strega urbana non lancia incantesimi d'amore. Aspetta che qualcuno arrivi senza paura delle sue ombre.
E se non arriva… si compra altri libri e si accende una candela nera.
1. Il grimorio di Tinder
Il mio grimorio si chiama Tinder. Invece di pozioni d'amore, swipe. Invece di incantesimi, match. Invece di rituali lunari, date da incubo che mi fanno rimpiangere la solitudine.
Ogni profilo è una premonizione. Vedo già tutto: lui che sparisce dopo la terza uscita, lei che mi userà per dimenticare l'ex, quello che mi ghosterà dopo avermi detto "sei diversa dalle altre".
La mia magia è prevedere i red flag. Il mio dono è vedere attraverso le foto filtrate fino all'anima marcia. Ma continuo a swipe right, perché anche le streghe hanno bisogno di autodistruggersi.
2. L'arte della lettura dei messaggi
Leggo i messaggi come carte dei tarocchi. Il "ciao" secco prevede fine imminente. Il "come stai?" alle 2 di notte significa che sono la sua ultima spiaggia. Il "ti penso" senza seguito è una maledizione travestita da dolcezza.
Ho sviluppato poteri extrasensoriali. Sento l'energia di chi mi scrive. Percepisco le intenzioni dietro gli emoji. Vedo il futuro nelle ore di lettura senza risposta.
Il mio terzo occhio è sempre aperto. E quello che vede mi fa sempre vomitare.
3. Il rituale del sabato sera
Mentre le altre escono, io pratico il rituale del sabato sera. Vino rosso, candele nere, musica che fa male. Mi sintonizzo con la mia solitudine come fosse una radio.
Il mio altare è fatto di libri non finiti, rossetti mai usati, lacrime asciugate. Invoco gli spiriti della mia depressione e li nutro con la mia malinconia.
Non è autocommiserazione. È comunione con il mio lato oscuro. È accettare che sono fatta per stare sola, che la mia energia è troppo pesante per la maggior parte delle persone.
4. La maledizione dell'intensità
Ho maledetto me stessa con l'intensità. Ogni emozione è amplificata. Ogni sensazione è troppo. Ogni persona che incontro riceve un'overdose di me senza averla chiesta.
L'intensità è la mia maledizione ereditaria. Non posso amare piano, odiare a metà, soffrire poco. Sono condannata a bruciare tutto quello che tocco.
La gente scappa dalla mia intensità come da un incendio. Ma io non so essere diversa. Non so essere tiepida. Non so essere normale.
5. Il laboratorio degli amori tossici
Il mio appartamento è un laboratorio dove distillo amori tossici. Ogni relazione è un esperimento. Ogni persona è un ingrediente. Ogni delusione è una formula perfezionata.
Ho la ricetta perfetta per l'autodistruzione amorosa: prendi una strega urbana, aggiungi qualcuno emotivamente non disponibile, mescola con aspettative irrealistiche, lascia macerare nella negazione.
Il risultato è sempre lo stesso: un veleno che mi bevo da sola mentre l'altro se ne va senza nemmeno accorgersi di essere stato parte di un esperimento.
6. Il coven delle anime perse
Il mio coven è fatto di anime perse come me. Ci riconosciamo per strada, nei bar, nelle librerie. Abbiamo tutte lo stesso sguardo: quello di chi ha visto troppo e non sa come non vedere.
Ci raduniamo nei locali underground, nei cinema d'essai, negli eventi che la gente normale evita. Parliamo di esistenzialismo mentre gli altri parlano di gossip. Beviamo per dimenticare che siamo troppo sveglie per questo mondo.
Il nostro coven non ha leader. Siamo tutte regine del nostro inferno personale.
7. Il vampirismo emotivo
Ho sviluppato una forma di vampirismo emotivo. Mi nutro del dolore altrui. Assorbo la tristezza delle persone intorno a me. Bevo la loro disperazione come sangue.
Non è cattiveria. È sopravvivenza. Se non mi nutro del dolore degli altri, devo confrontarmi con il mio. E il mio è un abisso che non ha fondo.
Il vampirismo emotivo è la mia dipendenza. Non posso stare con persone felici. Mi annoiano. Mi fanno sentire morta. Ho bisogno di anime ferite per sentirmi viva.
8. L'esorcismo del passato
Ogni notte faccio un esorcismo. Scaccio i fantasmi del mio passato. Li brucio con candele nere. Li affogo nel vino rosso. Li seppellisco sotto cumuli di libri.
Ma i fantasmi tornano sempre. Sono testardi. Si aggrappano a me come edera velenosa. Mi sussurrano che non merito l'amore, che sono troppo, che finirò sola.
L'esorcismo del passato è un rituale infinito. Perché i demoni più potenti sono quelli che abbiamo creato noi stessi.
9. La profezia dell'abbandono
Ho il dono della profezia. Vedo sempre quando qualcuno mi abbandonerà. Leggo i segni: il messaggio che arriva dopo ore, la scusa per non vedersi, lo sguardo che si spegne.
La profezia dell'abbandono è la mia maledizione. So sempre quando finirà, ma non so come impedirlo. È come vedere un incidente in slow motion. Sai che succederà, ma non puoi fermarlo.
Così mi preparo. Costruisco muri prima che se ne vadano. Mi allontano prima di essere allontanata. Mi abbandono prima di essere abbandonata.
10. Il mercato nero delle emozioni
Gestisco un mercato nero delle emozioni. Vendo la mia tristezza a chi vuole sentirsi profondo. Compro la rabbia di chi non sa come usarla. Baratto la mia solitudine con la compagnia temporanea.
Il mercato nero delle emozioni è illegale. Le emozioni dovrebbero essere proprietà privata. Ma io le contrabbando. Le distribuisco a chi ne ha bisogno.
Il mio business è florido. Tutti vogliono comprare autenticità in un mondo di fake. Ma nessuno vuole pagare il prezzo vero.
11. L'apocalisse dell'amore
Vivo nell'apocalisse dell'amore. Il mondo è finito e io sono una sopravvissuta. Cammino tra le macerie delle relazioni fallite. Cerco cibo emotivo tra i rottami dei cuori spezzati.
L'apocalisse dell'amore ha lasciato pochi superstiti. Siamo tutti mutanti emotivi. Abbiamo sviluppato abilità strane per sopravvivere. Io leggo i pensieri. Altri si nutrono di illusioni.
Ma la radiazione dell'amore ha anche i suoi vantaggi. Ci ha reso immuni alle bugie. Ci ha dato la capacità di vedere attraverso le maschere. Ci ha insegnato a amare i mostri.
12. Il rituale dell'auto-sabotaggio
Il mio rituale preferito è l'auto-sabotaggio. Quando le cose vanno troppo bene, io le rovino. È una forma di controllo. Se mi faccio male da sola, nessun altro può farlo.
L'auto-sabotaggio è un'arte. Richiede timing perfetto. Devi aspettare il momento giusto per premere il pulsante dell'autodistruzione. Troppo presto e sembra ovvio. Troppo tardi e qualcuno potrebbe salvarti.
Io ho perfezionato la tecnica. Sono una kamikaze dell'amore. Un'esperta di esplosioni controllate del cuore.
13. La farmacia dell'anima
Ho una farmacia dell'anima nel mio comodino. Pillole di solitudine per quando la compagnia diventa tossica. Sciroppo di cinismo per quando la speranza torna a respirare. Supposte di rabbia per quando devo digerire l'ingiustizia.
La mia farmacia è sempre aperta. Fornisco medicine illegali a chi ne ha bisogno. Vendo depressione di qualità, ansia artigianale, disperazione biologica.
Ma la medicina più richiesta è l'antidolorifico emotivo. Quello che ti fa smettere di sentire. Ti trasforma in zombie. Ti fa diventare normale.
14. Il testamento della strega
Lascio la mia capacità di vedere attraverso le bugie a chi ha ancora fiducia. Lascio la mia collezione di candele nere a chi ha bisogno di luce oscura. Lascio i miei libri sottolineati a chi cerca risposte nelle pagine.
Non lascio niente a chi mi ha chiamata pazza. Non lascio niente a chi ha avuto paura delle mie ombre. Non lascio niente a chi mi ha chiesto di essere normale.
Lascio a me stessa il diritto di essere magica. Lascio a me stessa il potere di essere misteriosa. Lascio a me stessa la libertà di essere strega.
Il resto può bruciare nei miei incantesimi.
L'ultimo incantesimo
L'ultimo incantesimo che lancio è su me stessa. Non per trovare l'amore. Non per essere felice. Non per essere normale.
Lo lancio per accettare che sono una strega urbana. Che vivo in un mondo che non mi capisce. Che la mia magia è troppo potente per la maggior parte delle persone.
Ma ci sono altri come me. Altri che leggono i segni. Altri che parlano con le ombre. Altri che sanno che la vera magia è sopravvivere a se stessi.
Noi siamo le streghe urbane. Viviamo negli appartamenti, non nei boschi. I nostri calderoni sono tazze di caffè. I nostri grimori sono playlist di Spotify.
Ma la nostra magia è reale. È fatta di parole che fanno male, di silenzi che guariscono, di sguardi che leggono l'anima.
E quando qualcuno arriverà abbastanza coraggioso da non scappare dalle nostre ombre, sapremo che la magia esiste davvero.
Fino ad allora, continuiamo a praticare. Continuiamo a leggere. Continuiamo ad accendere candele nere.
Perché essere streghe urbane non è una maledizione.
È un superpotere.
Questo è per tutte le streghe urbane che si nascondono in bella vista. Che fanno magia con le parole, incantesimi con gli sguardi, pozioni con le lacrime.
Non siete pazze. Siete magiche.
Non siete sbagliate. Siete potenti.
Non siete sole. Siamo ovunque.
E la nostra magia è solo all'inizio.